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"Armonia equilibrio e ordine sono le parole chiave essenziali per addentrarsi nell'arte italiana del primo '900 debitrice di un'idea di classicità, talvolta venata da sottili ed enigmatiche atmosfere cariche di mistero e di inquietudine sottesa. La lezione classica è il fondamento che nutre la poetica di numerosi artisti italiani anche nel momento in cui essa sembra dimenticata o è addirittura osteggiata. Ci si riferisce naturalmente a quel "culto del passato" e a quell"'ossessione dell'antico" che i pittori futuristi, nel manifesto fondativo del 1910, affermavano di voler distruggere professando di "disprezzare profondamente ogni forma di imitazione". Nel "Manifesto del futurismo" pubblicato su "Le Figaro" il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti dichiarava: "Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'lmpossibile? ll Tempo e lo Spazio morirono ieri". Le avanguardie storiche, è bene precisare, non attaccano il passato in quanto tale, ma si pongono contro l'interpretazione accademica dell'antico e della classicità."